Nel corso di questo mese, si è parlato tanto di violenza contro le donne, si è discusso, riflettuto, raccontato, anche pianto. E poi c’è stato chiesto di provare a immedesimarci, esprimere i nostri sentimenti e, a nostra volta, raccontare.
LORENZO: Di quella sera non ricordo niente, solo quel suono ridondante e fastidioso e delle luci blu che mi offuscavano tutto.
Mi chiamo Lorenzo ho 38 anni, ero fidanzato con Laura da quando avevo 14 anni, me ne innamorai perdutamente, aveva gli occhi color ghiaccio e i capelli chiari come fili d’oro.
Già dalla prima volta che la vidi, non riuscivo più a staccarle gli occhi di dosso. L’amavo perdutamente ed era la mia ragione di vita, però, anche dopo tanto tempo, non capivo se ero corrisposto. Passava molto tempo a studiare, non usciva quasi mai con me. Decisi di trovarmi, quindi, anch'io un passatempo oltre al lavoro, scrissi a un vecchio amico di infanzia e cominciammo a organizzare feste per svagarci. Piano piano i sentimenti che provavo per Laura cambiarono, diventavo sempre più geloso, più avevo paura di perderla e più mi allontanavo da lei. Passavo ogni sera con una ragazza diversa. Io e i miei amici ci divertivamo a far gara contando quante ragazze conquistavamo ogni sera, nessuna però era come Laura, ne ero certo, per questo non riuscivo a lasciarla. Ogni volta che credevo di essere scoperto, le facevo regali, le scrivevo canzoni e poesie, finché non le chiesi di sposarla. Lei era diversa da tutte le altre, non conosceva il mondo al di fuori della sua casa, eppure cominciai a sospettare di lei. Bevevo sempre di più e finivo sempre per farmi la stessa domanda: "E se anche lei avesse una vita nascosta?". Perciò la sera non volevo tornare a casa e me la spassavo con tutte per dimenticarla, ma non ci riuscivo.
Il giorno delle nozze è stato bellissimo per me, ma Laura non mi sembrava né soddisfatta né felice. E se lei non avesse voluto sposarmi? Allora quella sera, che sarebbe stata la prima notte da sposi, non mi presentai e andai in un locale a ubriacarmi. Più bevevo più pensavo che non ero abbastanza; i miei dubbi e le mie insicurezze diventavano sempre di più, nonostante lei fosse mia moglie. Mi facevo del male, ma soprattutto facevo soffrire la persona che amavo di più.
Un giorno avevo bevuto più del solito, riuscivo a malapena a reggermi in piedi e la mia vista era offuscata. Quando tornai a casa, sentii l'odore profumato di candele, vidi, un po' sfocati‚ dei petali rossi sparsi per terra e sentivo una canzone familiare ma che in quel momento non ricordavo.
E se tutto questo fosse stato per un altro uomo? Io la stavo trattando malissimo, non poteva mai essere per me. Da questo punto in poi non ricordo più niente, evidentemente l'alcol aveva avuto il suo effetto. Ho sentito raccontare che io l'avevo aggredita, ma non l'avrei mai potuto fare, non mi sarei mai azzardato a sfiorarla neanche con un dito. Spero che Laura mi possa perdonare per quello che gli ho fatto, non succederà più.
LAURA: Mi ritrovai senza fiato, con la paura di dire qualcosa di sbagliato, che mi avrebbe provocato molto dolore.
Sono Laura, ho 38 anni ed ero fidanzata con Lorenzo da quando avevamo solo 14 anni. Scattò la prima scintilla nei corridoi di scuola, mi riempiva di complimenti e di sguardi tutti i giorni. Ho subito l'invidia di molte ragazze che avrebbero voluto trovarsi al mio posto.
Le sue erano sorprese eclatanti e, anche se ogni tanto mi diceva qualche bugia, riusciva sempre a farsi perdonare, con dei fiori o delle dichiarazioni d’amore.
Quando iniziammo i preparativi per il matrimonio, non mi ero ancora laureata, perciò ero molto impegnata e molto assente e non mi accorsi che qualcosa in lui stava cambiando. Proprio in quel periodo Lorenzo cominciò a frequentare un gruppo di ragazzi, a volte tornava ubriaco e altre volte non tornava proprio. Le sue bugie divennero sempre più frequenti. Ma, come il mio solito, continuavo a perdonarlo e a incolparmi per le mie mancanze.
Ero convinta che il matrimonio avrebbe aggiustato tante cose, eppure quel giorno per me è stato l'inizio di un incubo.
Alla fine del tanto atteso giorno del matrimonio, mi lasciò tornare a casa da sola dicendomi che non era stanco e che non gli andava di tornare a casa. Rimasi tutta la notte in camera ad aspettare che rientrasse; quando mi svegliai, la mattina, non era ancora rientrato.
Al suo ritorno era talmente ubriaco che non si reggeva in piedi. Ero terrorizzata, fu allora che mi accorsi quanto fosse cambiato, sembrava aver dimenticato tutto; aspettavo le sue scuse, come una volta, ma da parte sua il nulla. Provai a parlare con i suoi amici, i suoi genitori e i suoi fratelli, tutti dicevano che era solo colpa mia e che lo trascuravo troppo.
Allora, una sera, decisi di fargli una sorpresa, riempii di petali profumati il pavimento, accesi le sue candele preferite al profumo di rosa e la nostra musica come sottofondo, tutto era perfetto.
Quando entrò in casa, era così ubriaco che la sua vista era annebbiata. Era convinto che ci fosse qualcuno nascosto, mi strattonava e mi urlava contro. Cercavo di spiegargli, ma lui era così convinto dei suoi pensieri che non mi stette ad ascoltare; fece cadere con rabbia la bottiglia di vino per terra che si frantumò in mille pezzi. Mi tagliò con un pezzo di vetro, perdevo sangue.
Sono Laura, ho 38 anni ed ero fidanzata con Lorenzo da quando avevamo solo 14 anni. Scattò la prima scintilla nei corridoi di scuola, mi riempiva di complimenti e di sguardi tutti i giorni. Ho subito l'invidia di molte ragazze che avrebbero voluto trovarsi al mio posto.
Le sue erano sorprese eclatanti e, anche se ogni tanto mi diceva qualche bugia, riusciva sempre a farsi perdonare, con dei fiori o delle dichiarazioni d’amore.
Quando iniziammo i preparativi per il matrimonio, non mi ero ancora laureata, perciò ero molto impegnata e molto assente e non mi accorsi che qualcosa in lui stava cambiando. Proprio in quel periodo Lorenzo cominciò a frequentare un gruppo di ragazzi, a volte tornava ubriaco e altre volte non tornava proprio. Le sue bugie divennero sempre più frequenti. Ma, come il mio solito, continuavo a perdonarlo e a incolparmi per le mie mancanze.
Ero convinta che il matrimonio avrebbe aggiustato tante cose, eppure quel giorno per me è stato l'inizio di un incubo.
Alla fine del tanto atteso giorno del matrimonio, mi lasciò tornare a casa da sola dicendomi che non era stanco e che non gli andava di tornare a casa. Rimasi tutta la notte in camera ad aspettare che rientrasse; quando mi svegliai, la mattina, non era ancora rientrato.
Al suo ritorno era talmente ubriaco che non si reggeva in piedi. Ero terrorizzata, fu allora che mi accorsi quanto fosse cambiato, sembrava aver dimenticato tutto; aspettavo le sue scuse, come una volta, ma da parte sua il nulla. Provai a parlare con i suoi amici, i suoi genitori e i suoi fratelli, tutti dicevano che era solo colpa mia e che lo trascuravo troppo.
Allora, una sera, decisi di fargli una sorpresa, riempii di petali profumati il pavimento, accesi le sue candele preferite al profumo di rosa e la nostra musica come sottofondo, tutto era perfetto.
Quando entrò in casa, era così ubriaco che la sua vista era annebbiata. Era convinto che ci fosse qualcuno nascosto, mi strattonava e mi urlava contro. Cercavo di spiegargli, ma lui era così convinto dei suoi pensieri che non mi stette ad ascoltare; fece cadere con rabbia la bottiglia di vino per terra che si frantumò in mille pezzi. Mi tagliò con un pezzo di vetro, perdevo sangue.
Cominciò a urlarmi sempre più forte e, ad un tratto, mi tirò uno schiaffo, poi mi prese per i capelli e mi trascinò per tutta la casa come uno straccio.
Speravo si calmasse, continuava a ripetere: "Ecco perché non c’eri mai, lo sapevo! Ne ero certo! Tu te la spassavi con tutti e a me mi lasciavi da solo, ora te la faccio pagare!".
Ad un certo punto, qualcuno suonò alla porta, era mio fratello che aveva sentito le urla dal piano di sotto e che aveva già avvisato le forze dell'ordine.
Lorenzo fu arrestato, preso in flagranza di reato. lo di quella sera non potrò mai dimenticare nulla, quell’ira che si leggeva nei suoi occhi non gli apparteneva, quegli schiaffi, quelle sue parole mi avevano trafitto come spade taglienti. Un ricordo brutto che non dimenticherò mai, mi porto dietro ferite profonde non solo nel mio corpo, ma soprattutto nel mio cuore e nell'anima.
Speravo si calmasse, continuava a ripetere: "Ecco perché non c’eri mai, lo sapevo! Ne ero certo! Tu te la spassavi con tutti e a me mi lasciavi da solo, ora te la faccio pagare!".
Ad un certo punto, qualcuno suonò alla porta, era mio fratello che aveva sentito le urla dal piano di sotto e che aveva già avvisato le forze dell'ordine.
Lorenzo fu arrestato, preso in flagranza di reato. lo di quella sera non potrò mai dimenticare nulla, quell’ira che si leggeva nei suoi occhi non gli apparteneva, quegli schiaffi, quelle sue parole mi avevano trafitto come spade taglienti. Un ricordo brutto che non dimenticherò mai, mi porto dietro ferite profonde non solo nel mio corpo, ma soprattutto nel mio cuore e nell'anima.
Annachiara Paternoster
Nessun commento:
Posta un commento