Pagine

venerdì 26 gennaio 2024

La lotta e l'azione

Tante volte mi chiedo, dinanzi a tutto ciò che accade ai giorni nostri, perché ci siano persone che restano in silenzio lasciando ad altri scelte che dovrebbero essere le loro. Quante persone non si schierano mai. Quante persone non fanno nulla per paura di ricevere un giudizio, giusto o sbagliato che sia.


Se c'è un insegnamento dei miei genitori che porto sempre con me in ogni situazione di vita è che chi lotta per qualsiasi cosa può anche perdere, ma se ha investito tutto se stesso per raggiungere uno scopo, la sua lotta è legittima e giusta. Chi non lotta ha già perso in partenza. Lottare per un obiettivo, agire in prima persona, è nell'indole di ogni uomo. Oggi tanta gente vive di compromessi, di silenzi, di situazioni di comodo, del "tanto non m'importa se non riguarda me". Così ci si ritrova davanti persone vigliacche, incapaci di fare una scelta: quelle che seguono il più forte per non rischiare di perdere; quelle che "in branco" si sentono invincibili; quelle che davanti al pestaggio di una persona restano fermi e non intervengono. Per non parlare poi di tutte quelle persone che si lamentano continuamente di ciò che manca nel proprio paese e, anziché pensare a come dare il proprio contributo, dicono che non è una questione che li riguarda.

Tutto questo va contro la natura stessa dell'uomo. Nell'Inferno, Dante Alighieri descrive proprio il destino di queste persone, gli "ignavi", individui che nella loro vita terrena non hanno mai fatto scelte, né per il bene né per il male, rimanendo indifferenti e passivi di fronte a situazioni importanti. Dante li pone nell’Antinferno, tra il fiume Acheronte e la porta dell'Inferno. Non meritavano senza ombra di dubbio il Paradiso, ma non erano neanche accettati dall’Inferno. Nemmeno Lucifero li avrebbe voluti con sé. Essi sono condannati a correre nudi per l’eternità, tormentati da vespe, mosconi e vermi, inseguendo un'"insegna", la decisione che loro avrebbero dovuto prendere ai tempi giusti e che mai raggiungeranno. Questa la loro peggiore condanna.

Il concetto di lotta e azione di ogni singolo individuo come forma naturale di vita può essere interpretata alla luce di questa rappresentazione dantesca. Nell'episodio degli ignavi, la passività e l'indifferenza sono condannate come comportamenti che vanno contro la natura stessa dell'esistenza umana. Dante sembra proprio suggerire che la lotta e l'azione sono parte integrante della condizione umana, una forma naturale del modo di vivere che conferisce significato e valore all'esistenza dell'uomo. Perché allora non battersi in prima persona per qualcosa di importante? Perché essere egoisti dinanzi a certe scelte? Perché "non fare nessuna scelta"? La risposta è semplice: "per non assumersi responsabilità".
Sicuramente assumersi le proprie responsabilità può essere difficile, ma non fare nulla perché si ha paura di commettere un errore, di ricevere un cattivo giudizio, di non essere accettati, non porta a niente se non ad essere meno utili di un parassita, allo stesso destino degli "ignavi" di Dante.

Domenico Cipriani
2^C

Nessun commento:

Posta un commento