Pagine

lunedì 4 marzo 2024

Ritorno alla dittatura russa?

L'attivista russo "anti-Putin" si trovava da agosto 2023 in carcere in Siberia, poiché era stato accusato di diffondere idee di estrema destra. È morto il 16 febbraio 2024, si suppone per una trombosi, ma ne siamo sicuri? E se fosse stato Putin? Quest'ultimo avrebbe potuto ucciderlo per mettere a tacere il dissidente. Ma questo non significa un ritorno alla censura e alla dittatura? Siamo sicuri di conoscere tutti i fatti?


Alexei Navalny era un avvocato e attivista russo che si opponeva alle idee politiche e al partito di Vladimir Putin. Nel 2007 fondò il Movimento di Liberazione Nazionale Russo: con coloro che ne facevano parte, organizzò una manifestazione nel 2012, quando Putin fu eletto presidente della Russia; dopo tale manifestazione fu trattenuto per diverse ore dalle autorità e poi rilasciato, ma fu condannato il giorno dopo a 15 giorni di carcere. Nel 2016 annunciò che si sarebbe candidato a presidente della Russia, ma gli fu vietato. Tra l'altro fu aggredito in varie occasioni, perdendo quasi totalmente l'uso dell'occhio destro. 
Nel 2020 Navalny si sentì male durante il volo a Mosca: qualcuno lo aveva avvelenato ed era finito in coma; il 7 settembre uscì dal coma e scoprì che nello stesso modo erano stati uccisi altri attivisti anti-Putin. Navalny accusò Putin del suo avvelenamento. Nel 2021 tornò in Russia e fu arrestato per aver violato la sua libertà vigilata. Imprigionato, le sue condizioni di salute peggiorarono. A metà giugno 2022 fu condotto in un carcere in Siberia; il 4 agosto 2023 fu condannato ad altri 19 anni di carcere per propaganda di idee naziste. In realtà, Alexei Navalny lottava per legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso e contro ogni forma di razzismo.
Circa dieci giorni fa è stato ritrovato morto ed è scaturita una polemica che si sta diffondendo in tutto il mondo, Siamo davvero certi che esista la libertà di parola? Tutti dovremmo prendere esempio da questo uomo che si è battuto per la libertà di parola, un diritto inalienabile.
La madre dell'attivista voleva vedere i resti di suo figlio, ma le autorità non glielo hanno permesso subito. Pochi giorni fa, dopo varie opposizioni, è riuscita ad avere la salma di suo figlio. Ci sembra di essere tornati nell'antica Troia, quando Achille diede il corpo di Ettore a Priamo, precedentemente trascinato intorno alle mura di Troia. Il povero padre, vecchio e stanco aveva supplicato Achille, che cedette solo quando Priamo gli ricordò del padre. La differenza è che la storia di Navalny è vera e non fa parte del mondo epico.
Su questa storia “ai posteri l’ardua sentenza”.

Sabrina Paternoster
Classe 3^G

Nessun commento:

Posta un commento